ETS in Cina: sarà il più grande per volume ma i prezzi preoccupano

ETS in CINA - Emission Trading System

Tre anni fa la Cina aveva annunciato il lancio del suo sistema di scambio delle quote di emissione di CO2, ma solo grazie alle misure entrate in vigore con l’inizio del 2021 è stato possibile inaugurare il Sistema ETS (Emission Trading System) cinese il 16 luglio 2021.

Lo stato cinese, che da solo genera un quarto della produzione globale di CO2, ha la necessità di introdurre sistemi che gli permettano di raggiungere quanto prefissato: completo azzeramento delle emissioni nel 2060.

Il paese, però, non è nuovo a questi meccanismi: già nel 2011 si erano sviluppate diverse piattaforme regionali per lo scambio di Titoli CO2 (coprivano sette province e grandi città). La vera novità, quindi, sta nell’unificare queste piattaforme in un unico sistema.

Sistema ETS cinese: funzionamento

Il Sistema ETS prevede una copertura iniziale di circa 2 mila centrali elettriche, responsabili di 4 miliardi di tonnellate CO2/anno, per poi estendersi ad altri settori, come l’acciaio.

Gradualmente, quindi, si arriverà ad un ampliamento della copertura delle emissioni dal 40% al 72%.

Le imprese aderenti riceveranno dei permessi, che potranno essere utilizzati per coprire le proprie emissioni, o in caso di eccessi potranno essere venduti in borsa. L’ammontare di questi permessi varia in funzione del livello di produzione del sito e al corrispondente valore di riferimento per l’intensità di carbonio.

Secondo il Governo questo dovrebbe incentivare gli impianti a produrre con maggiore efficienza.

Come per il mercato europeo i siti soggetti all’ETS dovranno cedere, alla fine del ciclo, un numero di permessi pari alle emissioni verificare, ed eventualmente potranno vendere quelli in eccesso.

Sistema ETS cinese: le perplessità

Il lancio del nuovo sistema, che ci si aspetta diventerà il più grande al mondo per volume, non è avvenuto senza problemi: a preoccupare sono i prezzi, troppo bassi rispetto al mercato europeo. Si parla di 40-50 yuan a tonnellata, (ovvero circa 5/6 €/tonnellata) contro ad esempio 52,32 €/EUA (un EUA vale una tonnellata di CO2) in Italia il 19 luglio.

Alcune caratteristiche del meccanismo fanno temere che possa addirittura andare a favorire il carbone:

  • Riguarda esclusivamente il settore della produzione di elettricità;
  • Non è un sistema Cap and trade.

Il Sistema Cap and Trade infatti prevede:

1) i soggetti registrati possono scambiarsi permessi secondo logiche di mercato (trade)

2) Un tetto al volume di emissioni totali (Cap).

Se il trade è confermato nel mercato cinese, lo stesso non si può dire del Cap: non è previsto nessun tetto ma solo la presenza di un valore di riferimento per l’intensità di carbonio per unità di energia prodotta. Quindi i soggetti che supereranno il valore di riferimento saranno costretti ad acquistare quote, mentre coloro che saranno al di sotto del valore potranno venderle.

La situazione internazionale

La borsa europea EEX, che ha sostenuto per lungo tempo lo sviluppo di un mercato unificato di CO2 in Cina, sta ora sostenendo la creazione di Sistemi ETS anche in Vietnam, Indonesia e Filippine.21

Per maggiori dettagli sul mercato ETS europeo clicca qui: https://www.energynet.it/servizi/ets-emission-trading-system